Ritorna pienamente funzionante l’ospedale Oftalmico di Torino, dopo un periodo di rinnovo e depotenziamento. In questo momento ha 5 sale operatorie di ultima generazione e centri per le cure oculistiche più complesse. Come le maculopatie, la chirurgia vitreoretinica, il trapianto delle cornee, la traumatologia oculare, lo strabismo dell’adulto e l’oftalmologia pediatrica.

Un miglioramento è avvenuto anche nel personale, con l’assunzione di 11 nuovi oculisti per un totale di 27 medici più il primario. Alla presentazione del “nuovo” ospedale c’erano l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il direttore generale Asl Città di Torino, Carlo Picco e il neoprimario Roberto Orsi.

“Abbiamo cominciato i lavori, costati circa un milione mezzo di euro, in piena pandemia – ha detto Picco – e mentre l’ospedale era stato in buona parte riconvertito in centro Covid, per noi una cosa era chiara: Torino e il Piemonte dovevano di nuovo avere il loro ospedale oftalmico di livello. Chiuderlo non aveva senso. Perché era pienamente funzionale e con medici di altissimo livello. Che piano piano hanno cominciato ad abbandonarlo per andare in altri ospedali italiani”.

“Erano 20 anni che a Torino, in campo sanitario non si raggiungeva un risultato così, la riapertura di un ospedale di tale importanza. Non sono contrario per principio alla chiusura di ospedali poco utili, ma di uno di eccellenza come questo sì. E’ un ripristino di operatività reso possibile anche dalla solidarietà del mondo sanitario cittadino. E dei torinesi che più volte hanno manifestato il loro disappunto”.

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