Perché la data della Pasqua non è fissa? Una domanda che almeno una volta nella vita abbiamo fatto o quantomeno ci è stata rivolta.
La Pasqua cristiana
Si fissa in base al calendario lunare, e cade sempre la prima domenica dopo la prima luna piena dell’equinozio di primavera. Dunque può cadere dal 22 marzo, nel caso sia plenilunio il 21 marzo, primo giorno di primavera, e il giorno successivo sia domenica. Fino al 25 aprile (se il primo plenilunio è il 18 aprile e il giorno successivo è lunedì).
Il legame con il calendario lunare deriva dal fatto che la Pasqua cristiana trae origine dalla Pèsach. Che sarebbe la Pasqua ebraica, festività che, a differenza della Pasqua cattolica, non celebra la risurrezione di Gesù. Inizialmente però la datazione della Pasqua fu motivo di controversie, anche molto accese, all’interno della comunità cristiana. Capitava che, a seconda delle zone, fosse festeggiata in giorni diversi. Fu il Concilio di Nicea del 325 d.C. a stabilire un unico criterio, quello legato al calendario lunare.
La Pasqua oltre la data, il perchè della domenica
La scelta della domenica deriva dal fatto che nei Vangeli si legge che il giorno successivo al sabato fu scoperto il sepolcro vuoto di Gesù. Il fatto che sia una festa mobile determina ogni anno date differenti per le altre celebrazioni a essa collegate. Come ad esempio la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione e la Pentecoste.
La Pasqua ebraica
Il nome Pasqua deriva dall’aramaico “pasah”, che significa “passare oltre“. Festività che, a differenza della Pasqua cattolica, commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù. E inoltre l’esodo dall’Egitto, guidato dal profeta biblico Mosè, verso la Terra Promessa. Ma ancora prima era legata all’attività agricola ed era dedicata alle primissime raccolte di frutti e coltivazioni.
Perchè si mangia l’agnello?
Proprio per l’eccidio dei primogeniti d’Egitto. Con il sangue d’agnello che salva quello degli ebrei. E’ questa tradizione alla base dell’usanza di mangiare carne d’agnello il giorno di Pasqua. Ancora oggi la cena della vigilia pasquale ebraica “rivive” l’evento. Secondo la tradizione si mangia l’agnello (che ricorda il sacrificio) con erbe amare (che rammentano l’amarezza della schiavitù). Si mangia inoltre anche il “pane azzimo” o non lievitato, a significare la fretta con cui dovevano uscire dall’Egitto. Fretta evidente anche nel modo in cui dovevano consumare quella cena: con i calzari ai piedi e con il bastone in mano. Mangiando di corsa. Dal punto di vista simbolico, inoltre, l’agnello immolato è un diretto riferimento a Cristo che si sacrifica per il bene dell’umanità.
Uova decorate
La tradizione di decorare uova per abbellire le case deriva probabilmente da due fattori. Uno è anch’esso simbolico (dall’uovo nasce la vita, così come dalla resurrezione di Gesù dipende la vita eterna), mentre il secondo è più pratico. In passato, durante la Quaresima, era vietato mangiare carne e anche uova. Le galline, però, le depositavano comunque e da qui nacque l’usanza di bollirle fino a farle diventare durissime e poi dipingerle con simboli e colori sacri.
L’uovo di cioccolato con la sorpresa dentro, invece, fu inventato probabilmente a Torino. Ne abbiamo parlato qui.