Il settore culturale italiano, ricco di storia e potenziale, necessita di investimenti mirati per la sua conservazione e il suo sviluppo. Le strategie di finanziamento adottate nel Paese sono diverse e complementari, come dimostrano due esempi recenti: l’ambizioso progetto di riqualificazione del Museo Egizio di Torino e il programma nazionale “Per Chi Crea”, dedicato ai giovani artisti.
Il museo egizio si proietta nel futuro: copertura e nuova piazza pubblica
Il Museo Egizio di Torino, custode di una collezione di fama mondiale, sta intraprendendo una significativa trasformazione. Il fulcro del progetto è la copertura della corte barocca dell’ex Collegio dei Nobili, sede del museo. L’intervento non mira solo alla conservazione, ma alla creazione di una nuova piazza polifunzionale ad accesso gratuito, uno spazio concepito per aprirsi alla città e arricchire l’esperienza dei visitatori, andando oltre la tradizionale fruizione museale.
L’operazione, con un costo complessivo che supera i 19 milioni di euro, è resa possibile da un articolato piano finanziario. Il Museo stesso contribuisce con le proprie riserve (fino a 7 milioni di euro), affiancato dal supporto dei soci fondatori: Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Si aggiungono il sostegno di Intesa Sanpaolo tramite Artbonus e i contributi di aziende private, segno dell’interesse del mondo economico verso la cultura.
Un elemento determinante è il finanziamento agevolato di 4 milioni di euro erogato dall’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale (ICSC), banca pubblica specializzata nello sviluppo sostenibile attraverso Sport e Cultura. Questo finanziamento si inserisce in un partenariato considerato innovativo: una collaborazione tra ICSC e Fondazione Compagnia di San Paolo, garantita da una fideiussione di Banca Etica, che ha istituito una specifica sezione nel Fondo di Garanzia per la Cultura gestito dall’ICSC. Si tratta di un modello che integra efficacemente risorse pubbliche, strumenti finanziari e supporto filantropico.
“Per Chi Crea”: un trampolino per la creatività under 35
Accanto agli investimenti su grandi infrastrutture, l’Italia supporta attivamente anche la nuova generazione di creativi attraverso programmi come “Per Chi Crea”. Promossa dal Ministero della Cultura, questa iniziativa sostiene di autori, artisti, interpreti ed esecutori under 35. L’obiettivo è alimentare la creatività giovanile e promuoverne la visibilità nazionale e internazionale.
Il programma nella sua edizione 2024 ha offerto supporto attraverso diverse linee di intervento: finanziamenti per nuove produzioni, progetti formativi nelle scuole, percorsi di professionalizzazione per artisti e sostegno a spettacoli dal vivo e tournée. L’iniziativa copre un ampio spettro di settori artistici, includendo arti visive, performative, multimediali, cinema, danza, libro, musica e teatro.
L’aiuto concreto si manifesta sotto forma di contributo a fondo perduto, un sostegno diretto fondamentale per i giovani talenti e le realtà emergenti. I beneficiari spaziano da imprese di varie dimensioni a liberi professionisti, enti pubblici e organizzazioni non profit. Mentre le spese ammissibili coprono un’ampia gamma di necessità progettuali, dalle attrezzature alla promozione, dalla formazione ai costi del personale. “Per Chi Crea” si configura quindi come un meccanismo strutturato per reinvestire risorse specifiche nello sviluppo del capitale creativo del Paese.
Strategie a confronto e l’importanza dei finanziamenti
Osservando il progetto del Museo Egizio e il programma “Per Chi Crea” si evidenzia la necessità di un approccio multiforme al sostegno culturale. Da un lato, interventi complessi su infrastrutture di rilevanza mondiale richiedono partenariati strutturati e strumenti finanziari articolati, capaci di mobilitare ingenti capitali pubblici, privati e filantropici.
Dall’altro, il supporto diretto alla creatività individuale e ai progetti emergenti è vitale per garantire il rinnovamento continuo del panorama artistico, e programmi come “Per Chi Crea” rispondono efficacemente a questa esigenza.
Entrambi gli approcci, pur differenti nei meccanismi, condividono l’obiettivo di potenziare l’offerta culturale e l’accesso alla stessa. Mettono inoltre in luce il ruolo cruciale delle istituzioni pubbliche (MiC, ICSC), delle fondazioni (Compagnia di San Paolo, CRT) e, in alcuni casi, del settore privato nel costruire un ecosistema culturale sostenibile.
La diversificazione delle fonti di finanziamento – dai fondi pubblici ai prestiti agevolati, dal mecenatismo ai contributi diretti – è fondamentale per la resilienza e lo sviluppo del settore. E supportare le infrastrutture e la produzione artistica significa investire nel futuro culturale del Paese, generando valore sociale, promuovendo l’identità nazionale e arricchendo l’intera comunità .