10.536, 10.171, 10.594, 10.504… il numero dei tamponi molecolari effettuati dalla nostra regione negli ultimi giorni. Negli stessi giorni, il Veneto non è mai sceso sotto i 26.000, l’Emilia non ne ha mai fatti meno di 23.700. Lazio e Campania non scendono sotto i 19.000, con punte oltre i 25.000.
A fronte di questi numeri imbarazzanti, delle code di ore a cui sono costretti i cittadini piemontesi per accedere al tampone (inclusi i bambini), delle difficoltà dei medici di base a prenotare un servizio essenziale, l’amministrazione regionale preferisce confondere le carte tornando a manipolare i numeri.
Il tampone molecolare, per precisione e attendibilità, è definito dalle linee guida nazionali il gold standard per la diagnosi del covid-19. E mai in quasi due anni di pandemia questo assunto è stato messo in discussione dalla comunità scientifica. Tranne che in Piemonte.
A maggio 2020 Icardi annunciava una capacità di 20.000 tamponi molecolari al giorno nei soli laboratori pubblici: da allora, almeno un giorno questo numero è stato raggiunto senza ricorrere al privato? Rispondiamo noi: no.
Ma soprattutto: per quale motivo il Piemonte continua a restare indietro su tamponi e tracciamento? A questa domanda, invece, nessuna risposta.