L’ha aspettata sul pianerottolo di casa e, quando l’ha vista uscire dall’ascensore con le borse della spesa, le ha sparato. Otto colpi di pistola senza neanche dire una parola. L’ennesimo omicidio in famiglia dall’inizio dell’anno, in un condominio di Torino. La vittima è Angela Dargenio, 48 anni, uccisa dall’ex marito, Massimo Bianco, guardia giurata 50enne. Da alcuni mesi in cassa integrazione.
Separati da dicembre, vivevano nello stesso edificio di corso Novara, alla periferia nord-ovest del capoluogo piemontese. “Così sto vicino ai ragazzi”, aveva detto all’ex moglie.
Nessuno, tra parenti e amici, immaginava che tra i coniugi con due figli di 17 e 25 anni, potessi finire così. “E’ un fulmine a ciel sereno, una tegola caduta dal cielo”, sostiene Niccolò, il compagno della figlia più grande della coppia, Eleonora. Che, arrivata nel palazzo della tragedia dove vive anche lei con un figlio piccolo, ha avuto un malore ed è stata portata in ospedale.
L’uomo non aveva superato la separazione
Dopo aver sparato alla madre dei suoi figli, Massimo Bianco è tornato nel suo appartamento, dove ha aspettato l’arrivo dalla polizia. Chiamata dai vicini che hanno sentito gli spari. Le indagini sono coordinate dal pm Francesca Traverso, ma al momento gli inquirenti non si sbilanciano sul movente. Anche se qualche conoscente della coppia sostiene che l’uomo non avesse superato la separazione.
“Era visibilmente scosso”, si limitano ad aggiungere gli inquirenti. Mentre un vicino descrive la vittima come “una persona solare e sempre sorridente”. “Angela era una grande lavoratrice, non si fermava mai. Neanche il sabato e domenica”. La ricorda una amica che ha un salone di acconciatura poco lontano “viveva per i figli e per il nipotino, che le era così affezionato da chiamarla qualche volta ‘mamma’.
Con Massimo c’erano state delle discussioni, ma come in ogni coppia che si separa. Mi aveva detto che non le dava più soldi per il figlio minorenne. Ma lei sapeva che era in cassa integrazione e non ne aveva fatto una questione. Anche perché voleva finalmente essere indipendente”.
L’amica è l’ultima persona ad aver visto viva Angela. “Era appena tornata da fare la spesa, mi ha salutato con il suo bellissimo sorriso prima di entrare nel portone di casa”. E’ l’immagine della vittima, che due giorni fa su Facebook scriveva “eliminare le persone nocive dalla propria vita non significa odiarle. Significa avere rispetto per se stessi”.
Con la morte di Angela, salgono a 38 le donne uccise nei primi quattro mesi dell’anno. Quasi tutte ammazzate da mariti ed ex, compagni e fidanzati, famigliari e conoscenti. La media è di due delitti a settimana, una escalation che la pandemia e i lockdown hanno rallentato senza però riuscire a fermare. E il Piemonte, con cinque vittime, è tra le regioni in cui nel 2021 si è registrato il maggio numero di omicidi in famiglia.
L’interrogatorio dell’assassino viene sospeso
In lacrime, disperato e confuso. Al punto che il suo difensore, l’avvocato Giacomo Casciaro, ha chiesto di interrompere l’interrogatorio. E’ sconvolto Massimo Bianco, 50 anni, la guardia giurata che oggi pomeriggio ha ucciso a Torino l’ex moglie Angela Dargenio, 48 anni.
A quanto si apprende, davanti al pm Francesca Traverso, l’uomo ha raccontato la separazione dalla moglie, consensuale. E il suo desiderio di tornare insieme. Poi il crollo e la richiesta – accolta – dell’avvocato difensore di interrompere l’interrogatorio.
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