Anche Torino Tricolore ieri mattina ha partecipato alla manifestazione per “Violetta” (nome volutamente di fantasia). E per gli altri bambini strappati ai genitori dal business delle case famiglia. La vicenda della minore è purtroppo agli onori della cronaca. Dopo essere stata affidata al padre, a febbraio 2020 i servizi sociali, che avrebbero dovuto aiutarla a superare i traumi psicologici, l’hanno prelevata senza preavviso da scuola, all’insaputa della famiglia.

“A distanza di un anno e mezzo il padre di ‘Violetta’ non si dà per vinto. Continua a lottare per riavere sua figlia. In questo periodo di reclusione in casa famiglia la piccola ha visto pochissime volte i suoi cari e vive in stato di profondo stress. – Dichiara Matteo Rossino, referente di Torino Tricolore – A nulla sono servite denunce e proteste a Collegno. Proprio per questi gravi motivi siamo qui, in piazza, per dare forza a quest’uomo e a tutte le altre famiglie, vittime di un’ingiustizia che sta minando la salute psicologica di questi bambini. Violetta vuole tornare a casa, ma nessuno la ascolta.”

“Strappare una bambina innocente e fragile dal padre affidatario e dalla sorella è un atto vile e scandaloso. Anche l’avvocato che segue la famiglia si è spinto a paragonare questo caso a Bibbiano. Pare – prosegue Rossino – che le case famiglia piemontesi, luoghi in cui soggiornano tantissimi minorenni come Violetta, siano gestite da giudici onorari. È evidente quindi il conflitto di interessi tra servizi sociali e Tribunale di Torino”.

“Manifestare oggi significa impedire che altri innocenti finiscano in questi centri solo per business. Non possiamo permettere che le atrocità di Bibbiano – conclude Rossino – avvengano anche in Piemonte. Violetta e gli altri bambini devono tornare a casa dalle famiglie. Solo loro sono in grado di crescerli in modo sano e amorevole. Solo la famiglia può dare loro quell’affetto di cui ogni bambino ha bisogno”.

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