Era il 29 novembre del 1830 quando a Varsavia scoppiò la “Rivolta di novembre”. Guidata da un gruppo di giovani facenti parte dell’accademia militare dell’esercito imperiale russo e guidati da Piotr Wysocki, patriota e futuro eroe nazionale.
Questo gruppo di reazionari fu subito appoggiato da gran parte della società polacca. Stufi di essere sottomessi al predominio di forze straniere molti cittadini si arruolarono spontaneamente per cacciare gli invasori. Le varie rivolte scoppiarono in tutta la nazione espandendosi fino in Lituania. L’esercito russo però conta più di 180 mila soldati addestrati contro i circa 70 mila rivoltosi polacchi. Tra i polacchi circa il 30% erano normali cittadini, mossi dal proprio amore per la patria ma non soldati.
La Rivolta di Novembre, gli anni dopo
Il principe di Czartoryski Adam Jerzy, diversi anni dopo la rivolta, spiegò come la guerra con la Russia sia stata fatta sia troppo presto che troppo tardi. Siccome nel 1828 i russi erano impegnati militarmente in Turchia per delle insurrezioni molto sanguinose, e dunque la Polonia doveva sfruttare quel momento per tornare alla propria sovranità.
Decenni dopo molti studiosi e storici diedero ragione alla teoria di Jerzy in quanto lo zar Nicola I non disponeva di abbastanza uomini per poter gestire due guerre contemporaneamente.
Ovviamente l’esercito russoriuscì a sedare gli animi in neanche un anno in tutto il territorio. Arrestò il capo dei rivoluzionari Wysocki, che fu dapprima condannato a morte. Poi la condanna mutò in 20 anni di esilio in Siberia, da cui il patriota tornò nel 1857.
Piotr Wysocki morì poi nel 1875 a Warka, sua città natale, come eroe nazionale. Il suo funerale fu una grande manifestazione in tutto lo stato.