Il 7 Gennaio 2015 è una data storica per l’attacco terroristico alla sede di Charlie Hebdo a Parigi. La sede del noto giornale satirico fu presa di mira da un gruppo di terroristi islamici.

L’attentato fu infatti rivendicato dalla branca yemenita di Al-Qāʿida (o Ansar al-Sharia). Furono assassinate dodici persone, mentre undici sono rimaste ferite.
Si è trattato del quarto attentato terroristico con il maggior numero di vittime in Francia, dopo l’attentato multiplo del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan, allo Stade de France e a tre ristoranti parigini, in cui hanno trovato la morte 130 persone. La Strage di Nizza sulla Promenade des Anglais con 87 morti e 302 feriti. L’attentato a Vitry-Le-François del 18 giugno 1961 per opera dell’Organisation armée secrète durante la guerra d’Algeria, che causò 28 morti.

Dopo il primo attentato del 7 gennaio, il 9 gennaio 2015 un complice degli attentatori si è barricato a Porte de Vincennes, in uno dei supermercati della catena Kosher Hypercacher. Prendendo alcuni ostaggi e uccidendo quattro persone. Durante gli eventi seguenti all’attentato sono morte in totale otto persone. I due responsabili, il complice di Porte de Vincennes, quattro ostaggi di quest’ultimo e una poliziotta, portando così il totale a 20 morti.

Il giornale fu preso di mira per alcune vignette giudicate di scherno nei confronti di Maometto.

Non era il primo attacco a Charlie Hebdo

Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2011 la sede del giornale venne distrutta a seguito del lancio di bombe Molotov. Appena prima dell’uscita del numero del 2 novembre 2011, dedicato alla vittoria del partito fondamentalista islamico nelle elezioni in Tunisia. Sulla copertina di questo numero apparve una vignetta satirica con Maometto. “100 frustate se non muori dalle risate” e il titolo “Charia Hebdo”, gioco di parole tra Shari’a e il nome del giornale. Il sito internet della rivista è stato bersaglio di un attacco informatico. Dopo questo attentato, la sede del giornale è stata controllata dalla polizia.

La cronistoria del 7 gennaio 2015

Il 7 gennaio 2015, intorno alle 11:30 del mattino, due individui mascherati e armati di AK-47 entrarono negli uffici del giornale. Dichiarandosi affiliati di Al-Qaeda e intimando alla disegnatrice Corinne Rey, tenuta in ostaggio e poi rilasciata, di immettere il codice numerico per entrare nella sede di Charlie Hebdo.

Hanno poi aperto il fuoco contro i dipendenti, sparando svariati colpi e gridando in lingua araba Allāhu Akbar (“Allah è grande”) e causando dodici vittime.
Successivamente, dopo aver ucciso Franck Brinsolaro, un poliziotto responsabile della sicurezza del giornale, fuggirono a bordo di una Citroën C3 di colore nero. Alla Boulevard Richard-Lenoir si imbatterono in un veicolo della polizia, sparandogli e uccidendo con un colpo alla testa un poliziotto, il brigadiere Ahmed Merabet. Un quarantaduenne di religione musulmana, sposato e padre di due figli.

Nei pressi della Porte de Pantin rubarono un veicolo a un civile, affermando di essere due terroristi della cellula yemenita di Al Qaeda. La Citroën venne abbandonata all’incrocio tra la Rue de Meaux e l’Avenue Secrétan nel XIX° arrondissement di Parigi
Dopo l’attacco, il livello di rischio terroristico nell’area venne elevato e lo scrittore Michel Houellebecq posto sotto protezione della polizia, mentre i locali della casa editrice Flammarion, che avevano pubblicato il suo romanzo Sottomissione, vennero evacuati per sicurezza. Il romanzo fu protagonista dell’ultima copertina di Charlie Hebdo con una recensione favorevole.

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