44 agenti di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere hanno ricevuto gli avvisi di garanzia, in quanto accusati di presunti pestaggi e torture per mantenere l’ordine pubblico nell’istituto penitenziario, durante un episodio di rivolta dei detenuti avvenuto il 6 aprile 2020.

Nella giornata dell’11 giugno 2020 la Polizia Penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno protestato contro i provvedimenti, ma anche contro le modalità con cui questi sono pervenuti, dicendo che vi è stata “spettacolarizzazione, poco rispetto”; alcuni di loro sono anche saliti sul tetto del carcere affermando “non c’è rispetto per le persone oneste”.

L’Assistente Capo dell’istituto penitenziario Gaetano Napoleone dice “perché questa eccessiva spettacolarizzazione? Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato. Quel maledetto 6 aprile noi cercammo solo di riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male. Noi lavoriamo già in condizioni di estrema precarietà e facciamo molti sacrifici per mantenere legalità e ordine. siamo molto arrabbiati”.

Secondo Vincenzo Palmieri (segretario regionale OSAPP) “gli agenti hanno risposto ad azioni violente subite dai detenuti (lancio di olio bollente), secondo quanto previsto dall’art. 41 dell’Ordinamento Penitenziario n. 354 del 1975”.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha cancellato tutti i suoi appuntamenti per recarsi immediatamente sul luogo delle proteste, affermando “Non hanno pagato nulla i delinquenti che hanno distrutto le carceri e ferito i poliziotti. Chi sbaglia deve pagare ma costringere 50 persone domani a venire sul posto di lavoro ed essere derisi, aggrediti e sbeffeggiati da spacciatori e camorristi e’ demenziale”.

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