Paolo Damilano è stato ufficializzato come candidato sindaco del centrodestra a Torino. Nel frattempo vanno in scena le primarie del PD, mentre il M5S ha individuato due possibili candidati. Mentre Conte si mangia le mani per un eventuale accordo PD – M5S saltato, che – secondo i sondaggi – avrebbe vinto con facilità.

Visto il suicidio della “sinistra torinese” e visti i sondaggi positivi, per la prima volta il centrodestra può giocarsi la partita. E arrivare a governare una città “rossa” da sempre. Anche la parentesi Appendino, deludente per gran parte dei cittadini, è comunque stata una giunta a trazione sinistra. Insomma, potrebbe cambiare qualcosa.

Damilano apra ai moderati e ai più estremi

Giusto una settimana fa sono iniziati i classici attacchi da campagna elettorale. Tutto nascerebbe da una fake news, secondo i personaggi coinvolti. Nella lista di Fratelli d’Italia ci sarebbe stato spazio per Matteo Rossino, portavoce di Torino Tricolore (lo abbiamo intervistato qui). Ed ecco i soliti attacchi “storici”: addirittura il segretario del PD piemontese è intervenuto per chiedere a Damilano e al centrodestra di non farlo. La colpa? Questioni “storiche”, appunto… “è un estremista” è la più gettonata. Senza guardare ciò che viene fatto dal comitato nel quotidiano o comunque senza alcun problema penale. Tra l’altro, in questa questione specifica, sono molte le voci interne al centrodestra che si sono lamentate delle prese di posizione “troppo moderate”.

Ma il punto non è questo. Ognuno giustamente candida chi vuole, soprattutto i partiti. Il punto è che non si è mai visto che un eventuale candidato possa essere messo alla gogna preventiva da un avversario. Vi immaginate se, ad esempio, il giornale Libero attaccasse un candidato del PD? Dal Partito Democratico se ne fregherebbero. E così dovrebbe fare anche Damilano e la sua coalizione. Per creare la vera alternativa cittadina dovrà essere in grado di radunare, attorno alla sua candidatura, tutte le varie parti della “destra torinese” che vorranno supportarlo. Lasciando poi parlare le urne su chi è voluto e chi no.

Moderati e sovranisti se la giochino alle urne

Diventa quindi indispensabile non cadere in questi tranelli. Diventa indispensabile – a destra – non fare il calcolo delle poltrone o dei partiti, cercando di ottenere il massimo da chiunque. Eventuali liste a “destra” potrebbero togliere quel piccolo vantaggio che danno i sondaggi e cambiare il corso della storia. Una giusta apertura al centro non dovrebbe scongiurarne una altrettanto positiva a destra. E in caso di vittoria l’operato della giunta potrà proprio prendere in mano il risultato elettorale per capire ciò che vuole la volontà popolare.

E’ una occasione unica per il centrodestra e il PD lo sa. Per questo sono partiti gli attacchi preventivi che, se vanno a segno, presto toccheranno anche altre liste e altri candidati. La gente è stufa di questi giochetti politici e a Damilano qualcuno doveva pur dirlo.

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