Paolo Damilano, candidato sindaco del centro-destra, è da settimane stabilmente in testa nei sondaggi.

Il Prof. Lo Russo, candidato del centro-sinistra, “uomo di apparato” in politica dal 2006, è staccato tra i tre ed i cinque punti percentuali. La candidata dei Cinque Stelle si trova troppo staccata per pensare di potersi inserire nella corsa alla guida della Sala rossa dopo i cinque rovinosi anni dell’Appendino,

Comunque finisca la competizione elettorale, già oggi è possibile individuare chi ha perso la partita: la destra

La destra, per mero tatticismo elettorale e con un’operazione più di marketing che politica, ha deciso di candidare un imprenditore di successo, ben voluto anche da una parte della città tradizionalmente ostile al centro-destra (l’alta borghesia progressista) con il cui appoggio Damilano e alleati sperano e cercano di vincere al primo turno.

Ma qual è il progetto politico di Damilano? Qual è la visione di città che la destra intende offrire all’elettorato? Come immagina la destra la Città tra dieci anni?

Sarebbe riduttivo dire che mancano i programmi. Vi è un problema decisamente più profondo e grave: la destra non ha saputo presentare e offrire un progetto politico per la comunità torinese. Non si sa cosa si voglia fare e le poche idee sul tavolo sono così generiche e confuse che non saranno mai realizzate.

Tutto questo è frutto dell’incapacità della destra di costruire una classe dirigente al proprio interno. I partiti, interessati solo a tessere trame di potere, non hanno mai aperto una seria discussione sulla città, sui suoi bisogni. Nemmeno è chiaro quali siano gli obiettivi politici che la destra intende perseguire. La vittoria delle elezioni deve essere vista come il semplice mezzo per realizzare un progetto politico, non il fine ultimo su cui concentrare tutte le energie.

Cosa ne sarà di Torino?

La scelta di candidare a sindaco un uomo della società civile di cui non si ha notizia di impegno politico e di cui sino a pochi mesi fa nemmeno si sapeva se fosse vicino al centro-destra o al centro-sinistra, è la dimostrazione della totale inconsistenza dei partiti di centro-destra torinesi, incapaci di individuare un “politico” da poter candidare a Sindaco e che avesse la forza e la capacità di realizzare un progetto ed un programma di ampio respiro (che come abbiamo detto non è stato nemmeno pensato) capace di trasformare Torino nei prossimi cinque-dieci anni.

Si è candidato Damilano per vincere al solo fine di vincere, senza però pensare a cosa si farà una volta espugnata una città che senza dubbio si merita di liberarsi definitivamente dalla sinistra che da decenni (parentesi Appendino compresa) ha dominato la scena riducendo la Prima Capitale d’Italia ad essere divenuta un sobborgo di Milano.

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