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Era la base aerea di Nevatim, nel Negev, l’obiettivo principale dell’attacco iraniano della scorsa notte contro Israele. La base degli F35 da cui, secondo Teheran, è partito il raid del primo aprile scorso contro il suo consolato a Damasco, nel quale è stato ucciso il generale dei Pasdaran Mohammad Reza Zahedi. E’ l’unico dei siti indicato pubblicamente dai Guardiani della rivoluzione per la rappresaglia condotta con 170 droni, 30 missili cruise e 120 missili balistici, il 99% dei quali intercettato da Israele e dai suoi partner. Secondo il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, tutti i droni e missili cruise sono stati abbattuti fuori dallo spazio aereo dello Stato ebraico dall’Aeronautica israeliana e da quella di Stati Uniti, Regno Unito, Giordania, Francia e altri. Gli Uav hanno impiegato diverse ore per raggiungere Israele e i missili da crociera un po’ più di un’ora. I missili balistici, invece, hanno un tempo di volo molto più ridotto, una decina di minuti, per questo è un po’ più difficile intercettarli e per questo alcuni sono riusciti a ‘bucare’ la difesa aerea israeliana.
Il sistema di difesa Arrow ha abbattuto “la grande maggioranza” dei 120 missili balistici lanciati, ma quando erano già nello spazio aereo israeliano, hanno precisato le Idf. Per questo sono state attivate le sirene dell’allarme aereo, per avvertire la popolazione di mettersi al riparto dalla caduta di possibili schegge, come è avvenuto nel Negev, dove una bambina di sette anni di un villaggio beduino è stata ferita in modo grave. Alcuni dei missili balistici che sono riusciti a bypassare lo ‘scudo israeliano’ hanno colpito proprio Nevatim, provocando solo danni minori, tanto che oggi era pienamente operativa. Che Israele considerasse quella base come un obiettivo degli iraniani lo si è capito quando è stato fatto decollare l’aereo ufficiale di stato del premier Benjamin Netanyahu, “Wing of Zion”, per metterlo al sicuro dall’attacco. “L’Iran pensava che sarebbe stato in grado di paralizzare la base e danneggiare così le nostre capacità, ma ha fallito”, ha commentato Hagari, secondo cui “i caccia continueranno a decollare ed atterrare a Nevatim, a partire per missioni di offesa e difesa, compresi gli F35 che adesso stanno rientrando”, ha aggiunto il portavoce delle Idf —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)