In un’epoca di globalizzazione e mobilità, le radici culturali e familiari giocano un ruolo cruciale nel mantenere vivi i legami con la propria terra d’origine. Un esempio emblematico di questo fenomeno è rappresentato dal “pacco da giù”, una tradizione che ha radici profonde nel sud Italia e che continua a unire famiglie e comunità attraverso il cibo e gli affetti. La recente tesi di Mattia Scaroni, un giovane studente pugliese, ha portato alla luce l’importanza socio-culturale di questa usanza. Scaroni ha conseguito la laurea in antropologia culturale ed etnologia presso l’Università di Torino, con una tesi dal titolo “Il pacco da giù. Un’analisi antropologico-sociale sugli studenti pugliesi a Torino”.
Durante il suo periodo di lontananza da Santeramo in Colle, lo studente ha ricevuto molti pacchi da giù. Egli racconta che ogni volta aprire quei pacchi era un’esperienza di gioia ed emozione diversa, e nel contempo anche il ritrovare l’orgoglio culinario della propria terra. Nonostante la globalizzazione, ricevere i taralli che si assaporavano da bambini e l’olio delle proprie terre dona emozioni senza pari, quegli odori e sapori che trasportano nel passato e nella terra natale, accompagnati da un senso di nostalgia.
Le origini del pacco da giù
Il “pacco da giù” è una tradizione che risale a diversi decenni fa, quando le migrazioni interne all’Italia portarono molti meridionali a trasferirsi nelle città del nord in cerca di lavoro e migliori opportunità. Nasce come una forma di sostegno affettivo e materiale: i parenti, soprattutto le mamme e le nonne, preparavano con cura dei pacchi contenenti prodotti tipici della propria terra, come olio d’oliva, conserve, salumi, formaggi, pasta fatta in casa e dolci tradizionali.
Si tratta di un gesto d’amore, un modo per mantenere vivo il legame con le proprie radici e per far sentire la propria vicinanza nonostante la distanza. Per gli studenti e i lavoratori fuori sede, ricevere il pacco da giù significa ricevere un pezzo di casa, un conforto nei momenti di nostalgia e un sostegno concreto che allevia le difficoltà della vita lontano dalla famiglia.
La preparazione del pacco da giù
La selezione dei prodotti è cruciale: si prediligono alimenti che rappresentano la tradizione culinaria locale e che possano conservarsi a lungo durante il trasporto. Ovviamente, è possibile inserire anche prodotti che non siano alimentari.
Ecco alcuni degli elementi tipici che compongono un pacco da giù:
- Prodotti Tipici: Olio extravergine d’oliva, taralli, pane fatto in casa, pasta artigianale, conserve di pomodoro, salumi (come la soppressata e la salsiccia), formaggi stagionati (come il caciocavallo e il pecorino).
- Dolci Tradizionali: Biscotti fatti in casa, paste di mandorle, fichi secchi, e dolci tipici delle festività come i cartellate pugliesi o la frutta martorana.
- Conserve e Sottoli: Melanzane sott’olio, peperoni arrostiti, funghi sott’olio, marmellate e confetture fatte in casa.
- Bevande: Vino locale, liquori artigianali come il limoncello o l’amaro.
Una volta scelti i prodotti, si procede con l’imballaggio, assicurandosi che tutto sia ben protetto per evitare rotture o deterioramenti durante il viaggio. Il pacco viene poi spedito tramite corriere, con la speranza che arrivi intatto e possa portare un sorriso al destinatario.
Il pacco da giù, infatti, diventa anche un simbolo di resistenza culturale e di orgoglio identitario, un modo per affermare la propria provenienza e per condividere con i nuovi amici e conoscenti i sapori e le tradizioni della propria regione. È interessante notare come questa usanza non riguardi solo le generazioni più anziane, ma venga adottata con entusiasmo anche dai giovani, che vedono nel pacco da giù un modo per mantenere viva la connessione con le loro radici.
Ricevere un pacco da giù significa ricevere un abbraccio a distanza, un gesto di amore e di cura che, pur nelle difficoltà della vita lontano da casa, riesce a scaldare il cuore e a far sentire meno soli.