Sono passati trent’anni dai Mondiali di calcio in Italia del 1990. Stadi nuovi e “Notti Magiche” colonna sonora di una nazione che ha sperato in un finale glorioso, anche se poi il sogno si è interrotto in semifinale contro l’Argentina di Maradona.
Fu il torneo che segnò l’alba del calcio moderno. Mentre la nazionale di Azeglio Vicini macinava un successo dopo l’altro, grazie alla stella di Roberto Baggio e ai gol di Totò Schillaci, il tabellone per la finale di Roma si andava completando. Oltre agli Azzurri padroni di casa, tra le squadre spiccavano la Germania Ovest (in via di riunificazione dopo la caduta del muro di Berlino), l’Inghilterra del folle Paul Gascoigne e i campioni in carica dell’Argentina.
L’8 giugno a San Siro nella prima partita del torneo proprio l’Argentina campione del mondo veniva battuta, fra lo stupore generale, dal Camerun con una rete di Oman-Biyk. Ad alzare il trofeo alla fine sarà la Germania in una finale tesa contro l’Argentina.
Questa edizione del Mondiale fu, all’epoca, una delle più avanzate tecnologicamente: dalla cittadella televisiva comprendente l’IBC ai Centri e alle Sale Stampa di tutte le 12 città, alle tribune stampa degli stadi, alla carrozza stampa e conferenze delle ferrovie, ovunque furono messe a disposizione tecnologie informatiche e della comunicazione all’avanguardia, con oltre 40000 accreditati e 28 miliardi di contatti televisivi.
La FIGC dovette però affrontare la questione degli stadi, la maggior parte dei quali risultò inadeguata. Parte di essi venne ristrutturata, mentre altri furono costruiti appositamente.
Italia ’90 diventa così l’occasione per un restyling degli impianti già esistenti in Italia (tra gli altri il Meazza di Milano e il Ferraris di Genova) e l’edificazione ex novo di altri, come nel caso del San Nicola di Bari. A Torino, nonostante la presenza del Comunale (all’epoca utilizzato), si opta per la seconda soluzione, il sito scelto si trova nella periferia nord-ovest della città, oltre il quartiere delle Vallette, in strada Altessano. Progettato dallo Studio Hutter, il nuovo stadio dispone di 69.295 posti a sedere, disposti su tre anelli per un’altezza dal campo di trentatre metri, con il novanta percento delle gradinate al coperto, duecentocinquantaquattro posti sono destinati alla tribuna stampa. I lavori di costruzione iniziarono nel giugno 1988 e terminarono in meno di due anni.
Italia ’90 è stato un evento al centro di grandissime polemiche, molte delle quali riguardavano le spese eccessive per interventi non sempre necessari. Il Delle Alpi non ne è stato immune, per gli altissimi costi di manutenzione e la visibilità non ottimale dovuta alla costruzione intorno al campo di una pista di atletica, peraltro mai utilizzata. Nel 2003 la Juventus lo acquisì dal Comune e il marzo 2009 lo stadio Delle Alpi venne demolito, diventando l’attuale Allianz Stadium.