Sono tornate in piazza per il quarto sabato consecutivo le Mascherine tricolori. Da Nord a Sud in decine di città italiane ci saranno migliaia di italiani che manifesteranno contro il governo Conte, nonchè contro le misure assolutamente insufficienti e tardive messe in campo per far fronte ad una crisi economica e sociale senza precedenti.
A Torino, dopo piazza Rivoli, piazza Santa Rita e l’Arco del Valentino è stato il turno della parte pedonale di Piazza d’Armi. Di fronte allo Stadio e al mercato di corso Sebastopoli. Un numero di partecipanti sempre maggiore, partito da circa 40 persone ed arrivato, oggi, ad essere più di un centinaio. In piazza ci sono varie categorie di persone, dagli ambulanti agli imprenditori, da cittadini semplici ad attivisti politici di vari movimenti, uniti nel dichiarare “siamo cittadini, commercianti, imprenditori, lavoratori, genitori. Siamo il popolo e non possiamo più stare in silenzio. Dopo quasi tre mesi dall’inizio del lockdown ci sono milioni di persone che ancora non hanno visto un euro: la cassa integrazione che non arriva, i bonus in ritardo, i finanziamenti che le banche non erogano e soldi a fondo perduto per ora solo sulla carta”.
Nei tre sabati precedenti le manifestazioni non sono state preavvisate, in quanto il diritto costituzionale a manifestare era di fatto sospeso. Nel nuovo Dpcm si “concede” la possibilità di manifestare in forma statica e rispettando le norme anti assembramento. Per questo per il “quarto atto” delle Mascherine tricolori è stato autorizzato e sponsorizzato.
“Qui non si vedono rilanci ma solo ritardi. Questo governo deve andare a casa e la parola deve tornare al popolo. Siamo stufi di ascoltare false promesse, “potenze di fuoco” che restano solo sulla carta. Per questo vogliamo essere un megafono per tutti gli italiani che si riconoscono nel tricolore, a prescindere dall’appartenenza politica. Le Mascherine tricolori sono un movimento apartitico, composto da quegli italiani che non accettano di abbassare la testa, di rimanere a guardare mentre la nostra nazione viene distrutta, di rimanere in silenzio di fronte alla catastrofe economica che stiamo vivendo, ai milioni di disoccupati che da qui a breve si troveranno senza un futuro. E’ il momento di agire”.
La manifestazione si è conclusa facendo risuonare dalla cassa l’Inno d’Italia di Goffredo Mameli, cantato e ascoltato con passione dai manifestanti.