Il tema della remigrazione entra con forza nel dibattito pubblico, con un nuovo appuntamento che punta a segnare una svolta per l’area identitaria italiana. Il prossimo 6 settembre, durante la festa nazionale di CasaPound Italia a Grosseto, verrà infatti presentata una proposta politica condivisa sul tema. Un progetto che vuole fare da collante per le principali sigle del fronte patriottico, spesso divise, ma ora intenzionate a lanciare un messaggio unitario.

Le sigle coinvolte nell’iniziativa

Non ci sarà solo CasaPound. A prendere parte all’evento saranno anche Rete dei Patrioti, VFS e Brescia ai Bresciani, protagonisti negli ultimi mesi di diverse mobilitazioni in città come Bologna, Verona, Varese, Padova e La Spezia. Tra gli ospiti spiccano i nomi di Francesca Totolo, giornalista e saggista da anni attiva contro l’immigrazione incontrollata, e Marco Scatarzi, direttore della casa editrice Passaggio al Bosco, punto di riferimento editoriale per l’area.

Gli interventi politici

Sul palco saliranno anche alcuni dei volti più noti delle realtà coinvolte:

  • Luca Marsella (CasaPound Italia)
  • Ermanno Durantini (Rete dei Patrioti)
  • Ivan Sogari (VFS)
  • Jacopo Massetti (Brescia ai Bresciani)

Una “battaglia trasversale” contro l’immigrazione di massa

Il tono dell’annuncio è netto. Secondo Luca Marsella, il progetto punta a lanciare una battaglia che vada oltre le appartenenze, aperta a chiunque si riconosca nel contrasto all’immigrazione e nella difesa dell’identità. «Remigrazione come punto di partenza, identità come direzione, unità come forza», dichiara.

Nel mirino finiscono le politiche migratorie dell’attuale governo, accusato di aver tradito le promesse di fermezza con l’apertura a 500.000 nuovi ingressi attraverso il decreto flussi e con il ritorno di temi come lo ius scholae. Per Marsella, la parola d’ordine è “riconquista”, intesa come ripresa del controllo dei territori urbani e lotta al degrado sociale e culturale.

Un fronte comune per l’identità nazionale

Più che un semplice manifesto, l’iniziativa di settembre si propone come una piattaforma condivisa, aperta a chi in questi anni ha manifestato un rifiuto dell’omologazione e della società multiculturale forzata. L’idea è creare un fronte compatto, che – pur nella diversità delle sigle – condivida un obiettivo politico preciso: contrastare l’immigrazione di massa e affermare un’identità nazionale ed europea.

Storia della “remigrazione”

Il concetto di “remigrazione” ha preso piede negli ambienti identitari europei già negli anni Duemila, ma affonda le sue radici nei dibattiti post-coloniali della Francia degli anni ’70, quando intellettuali e partiti di destra iniziarono a teorizzare il “ritorno volontario” degli immigrati nei Paesi d’origine. In Italia il termine è diventato popolare solo in tempi recenti, parallelamente all’ascesa dei movimenti patriottici extra-parlamentari.

Verso settembre: l’identità come collante

Il 6 settembre sarà dunque una data da segnare per chi guarda con attenzione agli sviluppi del mondo identitario. Il progetto punta a superare le frammentazioni che segnano l’area, offrendo una visione strategica e condivisa in un momento in cui, secondo gli organizzatori, le istituzioni non rispondono più alle aspettative di chi chiedeva rigore e sovranità.

La remigrazione torna quindi al centro del dibattito, ma con un approccio che vuole essere più strutturato: meno slogan e più progetto. Sarà da vedere se questa convergenza avrà la forza di resistere nel tempo, ma intanto l’area identitaria lancia un messaggio chiaro: la battaglia sull’identità non è finita, e ora vuole parlare con una sola voce.

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