All’alba del 1 Settembre del 1939 l’esercito tedesco fu mobilitato per invadere la Polonia. Hitler sapeva che tale gesto avrebbe fatto scatenare reazioni da parte di Francia e Inghilterra, che appunto dichiararono guerra alle Germania due giorni dopo.
Ma per evitare una guerra su due fronti, il 23 agosto 1939, Hitler firmò il patto di non aggressione con l’Unione Sovietica, un gesto che portò la Germania a combattere inizialmente su un unico fronte.
La campagna militare in Polonia fu di una velocità sorprendente: il 28 settembre Varsavia venne conquistata, dopo che le forze tedesche ebbero travolto l’esercito polacco mediante l’applicazione della cosiddetta guerra lampo (Blitzkrieg).
In Polonia una guerra con nuove armi
Si trattò dell’utilizzo combinato delle due nuove armi che resero la Seconda Guerra Mondiale un conflitto radicalmente diverso da quello del 1914-18: l’aviazione e il carro armato. In un settore del fronte veniva scatenata una massiccia azione di bombardamento aereo. Subito dopo, la fanteria e i carri operavano sul campo.
Nell’ottobre 1939, la Germania annetterà direttamente gli ex territori polacchi situati lungo il confine orientale tedesco. Ovvero la Prussia occidentale, Poznań, l’Alta Slesia, e l’ex Città libera di Danzica. Il resto della Polonia occupata dai tedeschi (comprese le città di Varsavia, Cracovia, Radom e Lublino) fu organizzato con il cosiddetto Generalgouvernement (governo generale). Sotto la guida di un governatore generale civile, l’avvocato del partito nazista Hans Frank.