(Adnkronos) – Il Governo italiano e Stellantis, uno scontro senza esclusioni di colpi, un botta e risposta con una serie di ripercussioni non da poco.  A lanciare l’amo è stato il Ministro Urso, il quale aveva dichiarato, a seguito del lancio della nuova Alfa Romeo Milano, che il SUV compatto non rispecchiava il vero Made in Italy.  Una produzione non in linea con il nome del modello, perché se è vero che il brand del Biscione ha un cuore Milanese è anche altrettanto vero che la nuova Milano alias Junior, sarà prodotta in Polonia, nello stabilimento di Tychy del Gruppo Stellantis.
  A seguito del cambio di nome, da Milano a Junior, il Ministro Urso ha dichiarato di essere soddisfatto del cambio nome, un dietrofront che così non rispecchia il luogo di produzione ma una storia, celebre, passata.  Se Urso ha calcato la mano, non da meno è l’immagine che ha contraddistinto l’Alfa Romeo, il sostituire il nome di Milano con un celebre modello “preso a caso” è dettato principalmente da un fatto, che seppur di relativo conto, ha un suo perché.  Secondo il Ministro, il SUV compatto sportivo dell’Alfa, chiamandosi Milano, avrebbe violato l’art.14, il cosiddetto codice della proprietà industriale. L’indicazione geografica, dunque, se utilizzata nella campagna lancio del modello, avrebbe tratto in inganno potenziali consumatori.  Sul caso Milano è intervenuto anche il CEO Alfa Romeo, Jean-Philippe Imparato, il quale ha dichiarato che il cambio nome è stato effettuato “’nell’ottica di promuovere un clima di serenità e distensione”.  
Non è la prima volta che il Ministro Urso interviene “contro Stellantis”, già un paio di mesi fa, in merito agli incentivi sulle auto elettriche e sulla difficoltà del Gruppo, si era pronunciato, dichiarando la possibilità di una partecipazione statale all’interno del colosso automobilistico, dichiarazione “smentita” a distanza di qualche giorno “Oggi è fuori dall’agenda”.  L’obiettivo della produzione di un milione di auto in Italia è stato un altro argomento di forte scontro tra il Governo e Stellantis. Se è vero che in Italia esiste solo un produttore di auto, situazione alquanto strana visto che negli altri paesi europei, mediamente sul territorio ci sono 3/4 produttori stranieri, se è vero che la concorrenza aiuta a stimolare la produzione, è anche vero che il rischio di dare in mano all’industria cinese, un paese dalla gloriosa storia industriale, anche e soprattutto automobilistica, è alto. —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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