Il 18 Febbraio 1861 si può ricordare come il primo “parlamento” italiano dopo l’unità d’Italia.
Dopo la seconda guerra d’indipendenza e la spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, l’Italia si accingeva a diventare Regno d’Italia. L’obiettivo dell’unità era quasi raggiunto, eccezione fatta per il Lazio e del Triveneto. L’annessione al Regno di Sardegna (che mantenne il suo nome) delle varie province era stata sancita da una serie di plebisciti.
Il 18 Febbraio 1861 quindi si riunì al palazzo Carignano di Torino il nuovo Parlamento Italiano, mantenendo la numerazione delle legislature del Regno di Sardegna, otto fino a quel punto. L’apertura della nuova legislatura avvenne con il discorso della Corona pronunciato dal Re. La Camera dei deputati comprendeva a questo punto anche i parlamentari eletti nelle “nuove province”. Mentre il Senato, non eletto ma di nomina regia, era stato integrato con nomine di senatori provenienti dalle diverse zone d’Italia.
L’allora Presidente del Consiglio, Camillo Benso conte di Cavour, presentò al governo un progetto di legge il 21 Febbraio, composto da un solo articolo per ufficializzare la nuova denominazione del Re:
“PROGETTO DI LEGGE, ARTICOLO UNICO: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di Re d’Italia”.