I grissini, simbolo dell’arte bianca italiana, nascono a Torino nel 1679 per mano di un panificatore di Casa Savoia. Questa invenzione, concepita per combinare leggerezza, salute e gusto, ha attraversato i secoli diventando il primo vero sostitutivo del pane nella storia.
La diffusione e il successo internazionale
Grazie alla loro lunga conservazione, i grissini si diffusero rapidamente in tutta Italia e oltre. Si narra che persino Napoleone Bonaparte ne fosse un grande estimatore, ordinandoli direttamente da Torino. Questo alimento non solo accompagnò gli spettacoli teatrali come snack, ma conquistò anche il mondo grazie alla sua praticità.
Dati di produzione e consumo oggi
Ad oggi, in Italia si producono oltre 35mila tonnellate di grissini ogni anno, rappresentando il 6,4% dei ricavi delle aziende della panificazione. Secondo i dati Aibi (Associazione Italiana Bakery Ingredients), il prodotto è al quarto posto per fatturato dopo pane, pizza e dolci da ricorrenza. La sua versatilità lo rende ideale sia come snack che come accompagnamento nei pasti.
Le versioni moderne dei grissini
Oltre al tradizionale grissino, oggi troviamo versioni arricchite con peperoncino, rosmarino, semi, oli speciali, varianti gluten-free e persino dolci. Questa varietà ha contribuito a mantenerne alta la popolarità, rendendolo un elemento immancabile anche nei cestini del pane nei ristoranti.
Perché i grissini sono amati
La loro digeribilità, unita alla praticità di conservazione, li rende indispensabili nelle dispense italiane. Celebriamo quindi i grissini come un capolavoro torinese, ancora oggi sinonimo di tradizione e innovazione nella panificazione.