L’iniziativa, che sta dividendo le opinioni, è stata lanciata dall’associazione “Sandro Penna – fuori” .
Tra i promotori molti volti storici del centro-sinistra torinese. Fra cui l’ex sindaco Chiara Appendino, la Senatrice PD Monica Cirinnà, Vladimir Luxuria e l’ex assessore ai “diritti” Marco Giusta, neo coordinatore del Torino Pride.

Entusiasta anche il Prof. Antonio Pizzo, già noto per aver proposto la creazione di un cattedra arcobaleno all’Università di Torino: “Storia dell’ Omosessualità”.

Proprio all’ombra della mole sorgerà dunque il primo museo LGBT+ d’Italia? La palla ora passa al Comune e alla Regione. Solo Cirio può dire di no, e le prime critiche “da destra” riguardano il pericolo che si trasformi in una esaltazione delle teorie gender.

Museo dell’omosessualità a Torino, a sorpresa anche la Lega favorevole

Per Fabrizio Ricca, consigliere comunale e assessore regionale del partito di Matteo Salvini, è un “bene nascita museo dei diritti Lgbt. Combattere le discriminazioni non è appannaggio della sinistra”.

“Sono assolutamente favorevole alla nascita di un museo che racconti la lotta per i diritti della comunità Lgbt. Certe tematiche che hanno a che fare con l’affermazione delle identità personali vanno intese come appannaggio di chiunque creda nella libertà e nell’autodeterminazione. E non sono solo argomenti retorici da lasciare in mano, come clave, a determinate parti politiche – afferma l’assessore regionale alle Politiche Giovanili Fabrizio Ricca -. Ci sono ancora troppi Paesi nel mondo in cui le preferenze sessuali diventano motivo di persecuzione, questo è un dato intollerabile che dobbiamo combattere con dialogo e cultura”.

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