Il titolare del caffè Piazzi, Nico Drago, è diventato ‘famoso’ in città negli scorsi giorni per la sua singolare protesta contro le restrizioni per la ristorazione. Ha dormito in tenda nel suo dehor e ha fatto per 13 giorni lo sciopero della fame. Ieri, nella prima giornata in zona gialla a Torino, ha deciso di rilanciarsi, inaugurando il suo “Aperitivo Italiano”.

“Non ho alternative che reinventarmi, devo pagare l’affitto del bar e il mutuo di casa. Oltre alle bollette di gas e luce sia dell’abitazione che dell’attività – dice Nico -. A questo, oltretutto, devo aggiungere l’Inps, l’Iva e tasse varie per un ammontare di circa 5000 euro”.

Ho deciso di fare un aperitivo che parte dalle 13 fino alle 22, nel pieno rispetto delle regole”. Nico Drago non si arrende e vuole così recuperare “ciò che il governo mi ha tolto”, dice con forza. “Ci ha tolto la libertà e ci ha tolto quel poco che in questi anni abbiamo costruito. Ci ha abbandonato a noi stessi prendendoci in giro con dei ristori ridicoli.” – ?rosegue nella sua invettiva – “Faccio pagare un prezzo fisso per l’aperipranzo, dove si può bere e mangiare senza limiti fino alle 22”.

L’assenza delle Istituzioni regionali e comunali

L’amarezza del titolare del caffè Piazzi va oltre, pensando all’assenza delle istituzioni regionali e comunali durante il suo sciopero della fame. “Nessuno degli amministratori si è fatto vedere. Oggi sono costretto a tirarmi su le maniche per poter sopravvivere. Reinventarmi per poter onorare le tasse statali e comunali che sono rimaste invariate. Il mio ‘aperitivo Italiano’ – conclude – è un messaggio di rinascita per tutte le attività e per la Nazione. La mia non è una protesta negazionista, è l’unico modo per poter cercare di salvare la mia famiglia”.

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