Il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca dice “nemmeno una telefonata. Siamo un settore che pesa per il 13% del Pil, e tra quelli più colpiti. Eppure non siamo stati invitati agli Stati generali, mentre ci sono sigle sconosciute, saranno amiche di qualcuno al governo. Non è mica un invito al ristorante. Parliamo di rilancio economico, di piani, di progettazione, e noi a domenica non sappiamo se dobbiamo andarci? Ma che storia è? Se non prolungano la cassa integrazione fino a fine anno sarà il Vietnam”.

Bocca inoltre lamenta il fatto di non aver avuto mai alcun contatto con Palazzo Chigi durante il periodo di lock-down, ma solo con Dario Franceschini e il ministero della cultura. Il settore alberghiero rappresenta 27 mila imprese sul territorio nazionale, ed è fra quelli maggiormente colpiti dalla crisi economica provocata dal Covid-19. Inoltre secondo Bocca gli albergatori non hanno ancora ricevuto delle linee guida per usare i 2,4 miliardi di euro stanziati dal governo per il bonus vacanze. Fra le richieste di aiuto da parte di Federalberghi ci sono l’abolizione della rata dell’Imu per il mese di giugno e il credito d’imposta sui canoni d’affitto, oltre alla cassa integrazione. Secondo le stime di Federalberghi il settore ha 500 mila posti di lavoro stagionali, dei quali se ne salveranno solo 150 mila; il 95% degli occupati è in cassa integrazione.

Il 3 giugno hanno riaperto il 5% delle strutture alberghiere, mentre adesso stanno ripartendo le altre. Il problema, spiega Bocca, è la mancanza di prenotazione da parte dei turisti provenienti dai Paesi con alta capacità di spesa (ad esempio Russia, Stati Uniti e Giappone), in quanto costretti alla quarantena appena arrivati in Italia: tutto ciò rappresenterebbe un danno economico per il settore alberghiero perché, come sostiene Bocca, “in media, il peso di un americano equivale a tre europei”. Circa il 20% delle strutture non riaprirà perché non riescono economicamente a farlo o perché per il momento non è conveniente (circa 7 mila alberghi, in particolare nelle città d’arte, non riapriranno fino a settembre), ed è per questo motivo che Bocca chiede il prolungamento della cassa integrazione fino a fine anno, “altrimenti sarà il Vietnam”.

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